16 novembre 2010

La Vita non può essere sempre uguale

Ciao Amore Mio,
mio Cucciolo bello e adorato.

La Vita non può essere sempre uguale.
Questo è quello che mi hanno detto, questo è quello che ad una cara amica è stato detto in un sogno.

La Vita non può essere sempre uguale.
E un attimo, un infinitesimo ed insignificante attimo, basta a cambiarla.

E’ difficile anche capirlo, dopo, qual è quell’attimo.

Io penso prima di tutto ad una Domenica, una Domenica nemmeno troppo qualsiasi, perché è Pasqua.
E’ la Domenica di Pasqua, il 4 Aprile 2010.
Io e te, Amore Mio, dai nonni, tu con il tuo giubbettino da motociclista.
Tu che giochi con le macchinine in quella che era stata la mia camera, insieme al tuo cuginetto Mattia.
Verso sera, tornati a casa, penso ad una mano sulla tua fronte e alle parole che cambiano per sempre una vita. 
“Mi sembra un po’ caldo”.

Il primo attimo, infinitesimo ed insignificante mentre lo vivi, che cambia una Vita.

Il secondo attimo, 9 giorni dopo, il 13 Aprile. 
9 giorni di antivirali e antibiotici.
E’ un martedì mattina e io arrivo al lavoro, in Lorenteggio. 
Il tempo di sistemare le mie cose, prendere un caffè, e arriva una telefonata.
E’ Mamma. 
“E’ ancora caldo, io lo porterei in Ospedale”.
Il secondo attimo è questo. 

E’ quello definitivo.

Nessuno può dire per certo che qualcosa che gli sta accadendo in un dato momento cambierà la sua vita.
Questo è quello che è accaduto, però.
La Vita è cambiata in quel preciso momento.
E niente potrà restituirci quella che è stata la Vita di prima.
Niente potrà restituirmi nemmeno gli attimi sprecati nella vita di prima.
Ma io non sapevo, non potevo sapere.
Se solo avessi saputo.

2 commenti:

  1. «A me m'ha sempre colpito questa faccenda dei quadri. Stanno su per anni, poi senza che accada nulla, ma nulla dico, fran, giù, cadono. Stanno lì attaccati al chiodo, nessuno gli fa niente, ma loro a un certo punto, fran, cadono giù, come sassi. Nel silenzio più assoluto, con tutto immobile intorno, non una mosca che vola, e loro, fran. Non c'è una ragione. Perché proprio in quell'istante? Non si sa. Fran. Cos'è che succede a un chiodo per farlo decidere che non ne può più? C'ha un'anima, anche lui, poveretto? Prende delle decisioni? Ne ha discusso a lungo col quadro, erano incerti sul da farsi, ne parlavano tutte le sere, da anni, poi hanno deciso una data, un'ora, un minuto, un istante, è quello, fran. [...] È una di quelle cose che è meglio che non ci pensi, se no ci esci matto. Quando cade un quadro. Quando ti svegli un mattino, e non la ami più. Quando apri il giornale e leggi che è scoppiata la guerra. Quando vedi un treno e pensi io devo andarmene da qui. Quando ti guardi allo specchio e ti accorgi che sei vecchio. Quando, in mezzo all'Oceano, Novecento alzò lo sguardo dal piatto e mi disse: "A New York, fra tre giorni, io scenderò da questa nave". Ci rimasi secco. Fran.» Alessandro Baricco

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  2. Ti ho letto su psyco, e ho voluto dare unìocchiata anche qui, le tue parole sono sicura arriveranno, anzi saranno gia arrivate alle piccole orecchie del tuo ometto, che e in cielo a vegliare su di voi!
    Sono mamma di 3 bambini l'ultimo 3 anni.
    Un abbraccio
    Sara.

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